Arte

Tempo

Son io pur sempre… aliunde

Tempo,

senza forma e colore,                                                   

sei nelle mie dita di violetti sfumati ed indaco intenso

Nell’acre effluvio di trielina trasparente

che cade sul dorso della mano chiusa

Il pennello scorre e delinea forme di folle ricurve

sovrapposte e solcate sulla ruvida e tesa trama

Sullo sfondo il chiarore nascente di un’alba bianca,

macchiata dal giallo impertinente,

o da quel violetto non ancora definito

sfuggito al pennello

………………………………

Tempo

mi riporti,

Infrangendoti sulla tela,

la proposta di strane verità

che incrocio e scopro

senza forme e colori,

mentre lambisci le svettanti cime

di quel piccolo borgo sonnolento

dietro i vetri delle libere ed inutili finestrelle

Dove…

Mentre il caldo focolare accoglie parole e polveri

in semicerchio

I versi d’un poetare nascosto si svolgono nelle sue ceneri

Dove certezze senza forma si ordinano pietose ed incandescenti

Qualcuno grida “ho vinto” … levando la mano fiera di vittoria

Dall’angolo il gatto sguscia e si raggomitola

Confusa la nebbia dietro i vetri

nel suo opaco triangolo

dove

onde di diapason

luminose

trovano la fuga

Fuori

La notte sbiadita in perle liquide,

lenta e dolce,

squarcia le ultime luci del calar del tepore

Mentre il caldo focolare raccoglie parole e polveri

in semicerchio

Altrove

Passa un amore,

fuori nella notte.

E guarda, curioso,

oltre la nebbia

Lacerando con i suoi passi,

l’Eco di un silenzio sordo,

conscio di esser pur sempre Aliunde                      

Vanità

Le Ombre, con il loro nero-rosso maquillage,

come scadente belletto di prostitute,

Si ergono.

Le reti,

dietro le Ombre,

abbracciano il potere

Ad esse avvinto

Le Ombre velano il Potere

Incerto

nello strano reticolato.

Senza nomi o tracce riconoscibili

Poi

Si intrecciano in mille forme.

Anch’esse.

Adombrando tutto.

Fiere affamate

Di alfanumerica democrazia

tingono di nero incerto,

Imperfetto,

l’incuria lassa,

che impone nuovi algoritmi

alla cancrena della burocrazia,

che,

con il suo nuovo gioco digitale,

ridisegna la maldestra malvagità dei potenti

Intanto 

Si spingono oltre,

I nuovi Eroi.

Per comprendere

per dipanare,

per dilatare,

per lacerare le fake promesse,

cementate dalla potenza dei “links”

di una sfacciata digito-democrazia

Qualche eroe

Resta

dinanzi … alla rete.

Quasi per sfida.

Oltre,

in lontananza,

La folla incalza, incita e si accalca

Ma poi fugge atterrita.

L’ Eroe può solo morire.

Le mani incollate alle Ombre

 

Ricordando Egon Schiele

Guarda dietro l’angolo…

E’ vero
E’ In agguato.
Incredibile
L’altra faccia della verità.
Eppure
Ti è sfuggita
O eri nudo di schiena
Come un soldato inutile
Salassato ed aspirato …
dalla crudele menzogna dei miseri.